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LA POTATURA RAMIFICATA 

  • Autore: ClienteParideChiovini
  • 27 apr, 2023

Il metodo Simonit&Sirch 

Da anni la nostra Azienda, pratica la potatura ramificata secondo il metodo Simonit&Sirch, con sorprendenti risultati di salubrità dei vigneti. Oggi Paride, ci racconterà la sua esperienza con il nuovo metodo, ma prima ecco alcuni dettagli fondamentali per conoscere  meglio la "vite".


FISIOLOGIA

La vite è una liana perenne

È una pianta rampicante, non ha la capacità di sostenersi

È eliofila, cerca di catturare quanta più luce possibile

Ha l’attitudine di sviluppare le gemme più distanti dalla struttura principale, acrotonia

 

MORFOLOGIA

Organi ipogei: le radici, hanno funzione di ancoraggio, assorbire nutrienti, accumulare sostanze di riserva

Organi epigei: Il fusto e le branche (perenni), la chioma (rinnovabili)

Il germoglio: crescendo lignifica e diventa tralcio (agostamento), è composto da nodi e internodi, se sezionato troveremo un tessuto spugnoso (midollo)


La foglia: ha 5 nervature e altrettanti lobi, la sua funzione è la fotosintesi, la respirazione e la traspirazione

Alternate alle foglie ci sono le infiorescenze: i grappoli (fruttifera) e i viticci (grappolo non sviluppato)

Le femminelle: diramazioni che partono (in tarda primavera/estate) da una gemma pronta presente alla base della foglia.

Sul germoglio/tralcio in concomitanza dei nodi e alternate sono presenti le gemme ibernanti

Le gemme di corona possono essere più di una e la più grossa è detta Bourillon

Le gemme franche sono tutte le gemme ibernanti dopo le gemme di corona presenti su tutto il tralcio

Le gemme latenti invece sono presenti sul fusto o le branche e si sviluppano solo in determinate occasioni

 

POTATURA

Perché si pota: per controllare l’acrotonia (gestendo lo spazio stabilito dall’uomo), distribuire la vegetazione e regolare la produzione

Con la potatura si hanno delle conseguenze della potatura (ferite) che creano il cono di disseccamento

I sistemi di potatura sono due: potatura a taglio lungo e potatura a taglio corto

Tecniche tradizionali: potatura a taglio di ritorno e testa di salice

Forme di allevamento: guyot, speronato, alberello, tendone, maggiorina, etc.

 

POTATURA RAMIFICATA

Perché abbiamo scelto la ramificazione: avere una pianta più sana, forte, cercando di evitare grosse ferite e allungare la sua vita, gestendo e migliorando la produzione di uva con il giusto rapporto quantità e qualità

Le regole del metodo Simonit&Sirch:

1.       ramificazione controllata

2.       continuità del flusso linfatico

3.       tagli a corona

4.       legno di rispetto


Una regola importantissima:

Non è la pianta che si deve adattare all’uomo ma l’uomo che si deve adattare alla pianta

Ogni singola pianta è un individuo unico. Osservala, toccala, lei ti dirà come vuole esser potata



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Autore: ClienteParideChiovini 22 ago, 2023

L’Alto Piemonte e il Gran Monferrato  hanno ricevuto a Bruxelles dal network RECEVIN (Rete Europea delle Città del Vino), il riconoscimento di Città europea del Vino 2024, il titolo che a rotazione premia le migliori aziende produttrici di un territorio italiano alternandosi con altre città vignaiole di Portogallo e Spagna.

La corona di alloro è stata assegnata per tutto il prossimo anno a 20 città piemontesi  unite sotto un’unica sigla e un programma condiviso di eventi, meeting, convegni e degustazioni distribuiti sulle provincie di Alessandria, Biella, Novara, VCO e Vercelli: Acqui Terme, Barengo, Boca, Bogogno, Borgomanero, Briona, Brusnengo, Casale Monferrato, Fara Novarese, Gattinara, Ghemme, Grignasco, Maggiora, Mezzomerico, Ovada, Romagnano Sesia, Sizzano, Suno, Vigliano Biellese  e Villa del Bosco.

La consegna del testimone dalla regione vinicola portoghese del Duoro al Piemonte è avvenuta dopo l’esame di tre candidature pervenute all’ Associazione Nazionale Città del Vino : Montepulciano (Siena), San Clemente (Rimini) e appunto la cordata delle città piemontesi, che alla fine hanno vinto non soltanto il titolo ma anche il palcoscenico internazionale 2024 dedicato all’enologia.

“Questo importante riconoscimento - ha rimarcato l’assessore Protopapa- si traduce in una grande occasione di offerta promozionale a livello europeo per tutto il territorio legato ai vini di qualità certificati, che vanno dai grandi Nebbioli dell’Alto Piemonte. Un punto di partenza per lavorare negli anni successivi ed essere più attrattivi per i visitatori europei”.

 

Fonte Regione Piemonte


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Autore: ClienteParideChiovini 11 mag, 2023

Il Piemonte è famoso in tutto il mondo per i suoi pregiati vini , un prodotto parte integrante della cultura piemontese che, contribuisce notevolmente all’economia della regione.

Oggi, sono circa 300  gli ettari  in Piemonte vitati da Erbaluce, vitigno dal quale vengono prodotte importati denominazioni tra cui l’ Erbaluce delle Colline Novaresi e della Costa del Sesia dell’Alto Piemonte (non facendo parte della denominazione di Caluso).

L'Erbaluce è un vitigno unico, che in funzione delle varie zone di produzione è in grado di esprimere peculiarità diverse.

Uno dei aspetti caratteristici dell’ Erbaluce delle Colline Novaresi (Alto Piemonte) , è dettata dal “terroir” (microclima e suoli), per permette così di ottenere un vino fresco, sapido e come una buona acidità.

Per il Piemonte, il premio rappresenta una grande opportunità per aumentare la visibilità a livello regionale, incrementando il turismo enogastronomico anche dell’Alto Piemonte.

 


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Autore: ClienteParideChiovini 17 apr, 2023

La fama del vino di Sizzano, si deve al grande statista piemontese Camillo Benso Conte di Cavour.

Un estimatore d’eccezione per i vini delle Colline Novaresi - Alto Piemonte. Fu proprio grazie ad una testimonianza d’epoca si scopre infatti che Camillo Benso Conte di Cavour amava il Sizzano. Bensì in una lettera del 1845, a Giacomo Giovanetti novarese di origine, lo statista si spinge a paragonare il bouquet del Sizzano a quello dei migliori vini di Francia e precisamente ai borgognoni Clos-Veugeot e Romanet.

Le sue caratteristiche:

Vino prodotto da uve di Nebbiolo, Vespolina e Uva Rara secondo il disciplinare della DOC SIZZANO.

Colore rosso rubino con sfumature tendenti al granato con l’invecchiamento. Profumo intenso fine di viola e rosa con note di spezie fini, liquirizia e goudron. Alla degustazione è intenso, ampio e persistente, di equilibrata tannicità con sapore asciutto e morbido, gradevolmente amarognolo al retrogusto.

Abbinamenti: paniscia, tagliatelle al ragù, ravioli di carne, cannelloni, arrosto di vitello in intingolo, pollo alla cacciatora, faraona al cartoccio.


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